Perché non usare un programma di video-scrittura per scrivere un atto telematico?
Sono passati vari mesi da quando ho iniziato a sperimentare con il Markdown, Pandoc e LaTeX per scrivere atti telematici avanzati.
Nel corso di questo tempo, dopo aver raffinato e padroneggiato il metodo, ho iniziato ad applicarlo concretamente nella vita lavorativa di tutti i giorni (è ormai da un mese che deposito esclusivamente atti scritti in questo modo).
Credo pertanto che sia giunta l’ora di formalizzare in un primo articolo questa nuova metodologia. Lo scopo di questo articolo, tuttavia, è solo quello di introdurre il metodo e dare la basi per un uso semplice e quotidiano. Più avanti conto di predisporre qualcosa di più completo; per ora prendete questo articolo come un prontuario per creare atti telematici con il markdown.
La prima stesura dell'articolo è venuta di oltre 4000 parole. Ho quindi deciso di dividere l'articolo originale in una serie di articoli (probabilmente pubblicati nel corso di una settimana) per rendere più fruibile il tutto.
I link che trovate qui sotto saranno attivi dalla data di pubblicazione dei singoli articoli.
- Perché non usare un programma di video-scrittura per scrivere un atto telematico? (quello che state leggendo)
- Come scrivere un atto telematico avanzato in Markdown
- Aggiungere il “dialetto” di LaTeX ad un atto telematico
- Compilare un atto telematico in markdown con Pandoc
1. Perché non usare un programma di video-scrittura?
Prima di entrare direttamente nel cuore dell’argomento, ritengo obbligatorio rispondere ad una domanda che, sicuramente, si è materializzata nella vostra mentre: perché impelagarsi nello scrivere un atto telematico con il Markdown quando so già usare un “normale” programma di video-scrittura come MS Word, Pages o LibreOffice?
La domanda è legittima e credo meriti un’adeguata risposta.
L’ho già scritto qui ma per sintetizzare: MS Word ed i suoi emuli (Pages e LibreOffice) sono programmi nati per le necessità dei dattilografi, non per gli scrittori.
L’esigenza iniziale di chi ha creato questi programmi era quella di trasformare il computer in una macchina da scrivere avanzata; lo stesso nome dato alle suite di programmi fa trasparire il loro scopo specifico “Office” (e poi LibreOffice) ovvero l’utilizzo di questi software in ambito lavorativo dove, una volta, si scrivevano a mano i documenti e poi una dattilografa provvedeva a batterlo in “bella copia” a macchina.
Nel corso del tempo la figura della dattilografa è di fatto scomparsa dagli uffici e chi scriveva i documenti a mano ha iniziato a ricoprire anche il ruolo di dattilografa, scrivendo direttamente al computer.
Con la scomparsa della figura della dattilografa (che aveva studiato appositamente per svolgere il proprio mestiere) si è avuto un impoverimento di conoscenze e gli scrittori si sono trovati a svolgere un compito per cui non erano pronti né tantomeno per cui avevano studiato.
Secondariamente con l’avvento delle stampanti a getto d’inchiostro prima e laser poi si è persa l’ulteriore professionalità di un’altra figura importante: il tipografo.
Come per la dattilografa, in ufficio, quando dei documenti dovevano essere stampati per “restare” ci si rivolgeva ad un tipografo che prendeva il testo scritto da uno scrittore professionista (eventualmente battuto a macchina da una dattilografa) e lo tipocomponeva per la stampa.
Con l’avvento dei programmi di video-scrittura e la possibilità di stampare un documento in proprio con qualità paragonabili alla stampa tipografica gli uffici hanno tagliato i costi di figure come la dattilografa o il tipografo risparmiando soldi, sicuramente, ma perdendo in competenze.
Oggi, nella migliore delle ipotesi, chi usa un programma di video-scrittura ha imparato ad usarlo da solo (e molti non ne conoscono nemmeno il 10% delle funzioni) non hanno una minima formazione su cosa sia la dattilografia (quanti di voi riescono a scrivere guardando lo schermo e non la tastiera e, soprattutto, quanti caratteri al minuto siete in grado di digitare senza errori?) e, per quanto riguarda la tipografia, nella migliore delle ipotesi usano un modello “ereditato” od utilizzano i modelli pre-impostati dalle softwarehouse che hanno sviluppato il programma. Chi di voi sa cosa è una font o il kerning dei caratteri?
Se vi ho messo la pulce nell’orecchio e siete incuriositi da tutto ciò, nel mese di Aprile 2019 ho in mente di organizzare un webinar dal titolo Tipografica per Avvocati dove parlerò in dettaglio di tipografica; qui trovate il link per iscrivervi e ricevere ulteriori informazioni sulla data e l’orario definitivo.
I programmi di video-scrittura, funzionando secondo il principio “quel che vedi è ciò che avrai” (WYSIWYG), non sfruttano appieno la possibilità di usare algoritmi avanzati di tipocomposizione potenzialmente creando quelli che in gergo tipografico vengono chiamati canaletti) (qui) trovate una descrizione più dettagliata in inglese)
Secondariamente, scrivere su una pagina virtuale di un programma di video-scrittura mischia inutilmente due attività completamente differenti l’una dall’altra: scrivere e tipocomporre. Questo porta ad un ambiente di scrittura non ideale (nella migliore delle ipotesi) in cui lo scrittore invece di occuparsi esclusivamente di mettere in fila i propri pensieri e scegliere le parole più idonee per esprimere i propri concetti si occupa (spesso malamente) di come questi “appaiono” a video.
Detto semplicemente prima viene la sostanza (i contenuti di un documento) e poi la forma (l’aspetto o l’impaginazione).
1.1 Dividere la sostanza dalla forma
Proprio pensando alle due problematiche che ho evidenziato al punto precedente è stato sviluppato LaTeX (da leggersi latech).
Utilizzando il motore di tipocomposizione di TeX, il linguaggio di mark-up LaTeX permette di distinguere la fase di creazione ed ideazione di un documento da quella di impaginazione. Prima viene scritto un semplice documento di testo, poi questo documento viene compilato attraverso il motore di composizione tipografica per creare un PDF perfettamente impaginato.
La cosa interessante di questo approccio è che:
- Chi scrive non si deve occupare dell’impaginazione del documento perché l’impaginazione di base, conforme alle regole tipografiche, verrà data direttamente dal motore di TeX (di fatto può non conoscere le regole tipografiche);
- La creazione del documento finale, passando attraverso un motore di tipocomposizione, è molto più precisa e puntuale rispetto ad un normale programma di video-scrittura.
1.2 Perché non scrivere direttamente in LaTeX?
Come avrete notato, il mio articolo non si intitola “come scrivere un atto telematico avanzato con LaTeX” anche se, fino ad ora ne ho tessuto le lodi e spiegato l’importanza. Come mai non vi propongo l’uso di diretto di LaTeX?
Il fatto è semplice: creare un documento in LaTeX non è per tutti. Non è impossibile ed anzi con un minimo di applicazione è sicuramente consigliabile usare direttamente LaTeX, ma per chi viene dal mondo dei programmi di video-scrittura credo che l’utilizzo del markdown come primo approccio sia un mezzo migliore per entrare nel mondo della creazione di documenti tipograficamente corretti.
1.3 I vantaggi (iniziali) di usare Pandoc come strumento di conversione da Markdown a PDF
Il markdown originalmente è stato pensato per scrivere in modo semplice e comprensibile per uno scrittore in HTML.
Col tempo il markdown è stato usato per creare anche PDF, ma è solo grazie a Pandoc, un software specializzato nella conversazione di documenti digitali, che è stato possibile usare il markdown per scrivere in LaTeX é creare PDF tipograficamente avanzati.
Pandoc quindi permette, aggiungendo un ulteriore livello di astrazione, di semplificare (inizialmente) la vita a chi vuole usare strumenti di tipocomposizione avanzata senza investire molto tempo nel comprendere il sistema sottostante.
1.4 Gli svantaggi (a lungo termine) di usare Pandoc come strumento di conversione da Markdown a PDF
Ciò detto, è anche altrettanto ovvio che aggiungere un ulteriore livello di astrazione, sul lungo periodo, può complicare la vita all’utente finale. Giusto a titolo d’esempio:
- A volte Pandoc (per motivi a me sconosciuti) non riconosce correttamente la struttura a sezioni in markdown e, senza conoscere un minimo di LaTeX, sarebbe impossibile risolvere il problema e ci si troverebbe nel PDF finale con una sezione formattata in markdown;
- Ancora, se Pandoc permette di creare in modo semplice dei documenti con LaTeX, quando si vuole ottenere un risultato molto specifico e particolare non è la soluzione ideale; per impaginazioni specifiche l'approccio corretto è quello di creare il documento direttamente in LaTeX.
Per l’utente medio, ad ogni buon conto, l’abbinamento Markdown, Pandoc e LaTeX permetterà di ottenere risultati ottimi con il minimo di fatica necessaria.
L'utente più curioso, poi, potrà eventualmente approfondire …
Fatta questa lunga premessa vedremo nel prossimo articolo come scrivere un atto telematico avanzato in markdown.
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