Come preparo un webinar: ideazione
La settimana scorsa ho annunciato il webinar gratuito sulla creazione di atti telematici avanzati con Overeleaf, che permette la maturazione di 2 crediti formativi.
Visto che in questo periodo mi sto dedicando alla sua preparazione, ho pensato che potesse essere interessante documentare il mio processo e dare qualche piccola anticipazione al progetto.
Nell’articolo di oggi esaminerò la parte che io ritengo più importante: lo sviluppo dell’idea.
1. Il mio flusso di lavoro
Abitualmente per creare qualsiasi contenuto seguo un processo standard, soprattutto per la creazione di corsi e webinar.
La struttura è relativamente semplice:
- Progetto il corso o webinar;
- Creo i contenuti della lezione le “slides”;
- Preparo gli strumenti per la presentazione / diretta YouTube.
Anche se nelle ultime due fasi spesso raffino i contenuti, abitualmente non mi sposto dalla prima fase se non ho dettagliato in modo abbastanza completo l’intero progetto. Ho notato che ha più senso investire tempo nella fase iniziale piuttosto che spostarsi velocemente alle fasi realizzative e scoprire che qualcosa non torna come dovrebbe.
2. Da dove tutto è partito …
L’idea originale del webinar è nata dopo avere tenuto una lezione sul Processo Civile Telematico alla Scuola Forense dell’Ordine di Reggio Emilia.
Mi sono stupito di quanti frequentanti utilizzino strumenti Apple, ma so quanto sia difficile convincere giovani (e meno giovani) ad abbandonare un programma di video-scrittura per la redazione dei propri atti.
Ho quindi buttato giù una mappa mentale molto semplice per convincere il referente della scuola che vedi rappresentata qui sotto (spoiler alert: allo stato non ci sono riuscito 😅).
Se noti in uno dei vari nodi della mappa mi è anche venuta l’idea di convertire il corso anche per un evento FAD accreditato dal CNF (punto 1 dell’immagine).
Questa mappa mentale è molto semplice ma individua il problema e mi ha permesso di buttar giù velocemente delle idee e, contemporaneamente, chiarirmele.
3. La mia arma segreta: la mappa mentale
Se sei un lettore di Avvocati e Mac sai quanto ami questo strumento (in particolare l’applicazione MindNode che è utilizzata in tutte le immagini di questo articolo).
Personalmente poter gestire le idee in modo visuale e malleabile (ogni nodo può essere spostato e ri-configurato all’interno della mappa mentale) è un modo che mi permette flessibilità da una parte e di fare chiarezza dall’altra. Inoltre, non “investendo” (sia tempo che emotività) in quel che scrivo in una mappa, sono sufficientemente distaccato dal suo contenuto e non ho paura di cambiarlo, modificarlo o, addirittura, stravolgerlo.
Infine, proprio la sua natura schematica, mi permette anche di avere un quadro d’insieme che raramente scrivendo si può avere.
Mentre creavo questa mappa e facevo un po' di approfondimenti su Overleaf, di cui avevo sentito parlare ma non avevo approfondito molto, mi sono accorto della sua flessibilità e facilità di utilizzo (in svariati frangenti) rispetto a Zettlr. Quest’ultima applicazione, fino ad allora, era quella che consigliavo ai chi voleva provare il mio metodo di scrivere atti telematici avanzati con il minor investimento di risorse. Proprio per questo motivo nel 2021 ci ho anche fatto un video.
Sempre mentre valutavo i pro ed i contro di queste applicazioni, mi sono imbattuto nella possibilità di avere un’installazione casereccia (dentro casa o in ufficio) di Overleaf. Sono un appassionato di self-hosting: ovvero la pratica di eseguire e mantenere un sito web o un servizio utilizzando un server web privato, invece di utilizzare un servizio al di fuori del controllo di qualcuno. Il self-hosting consente agli utenti di avere un maggiore controllo sui propri dati, sulla privacy e sull'infrastruttura informatica, oltre a risparmiare potenzialmente sui costi e migliorare le competenze (fonte wikipedia)).
In un weekend libero mi sono cimentato nella creazione di una installazione di Overleaf CE (Common Edition) all’interno di una macchina virtuale sul mio server Proxmox.
Anche qui, dopo aver documentato tutti i passaggi, mi è venuta l’idea (ancora ipotetica) di creare un piccolo video-corso su come creare una versione self-host di Overleaf (come si vede nella mappa mentale che precede). Presumibilmente non credo ci sarà tantissima gente interessata e, pertanto, se mai farò un simile video corso, ha senso eventualmente per provare una piattaforma di e-learning.
Mi sono dilungato già troppo a “spiegare” la creazione di questa mappa … ma credo sia utile capire come si è sviluppata.
Ultimo punto su cui mi voglio soffermare è come la mappa, che ti ho mostrato, si sia sviluppata in un lungo periodo di tempo (settimane se non mesi).
Questo, dal mio punto di vista, è un altro grosso lato positivo delle mappe mentali: la possibilità di cucinare le idee.
Se sei interessato sul punto ti segnalo questo articolo così come la puntata n. 20 e 43 del podcast che conduco con l’amico Roberto Marin.
4. La scaletta per il CNF
Il processo di accreditamento al Consiglio Nazionale Forense è lungo (ed ormai ci ho fatto il callo). Così a Giugno di quest’anno ho buttato giù una scaletta più dettagliata usando, in parte, la mappa mentale che ti ho mostrato sopra.
Qui sotto trovi il modo in cui scrivo tutto: i miei atti, i miei articoli ed ogni altro documento.
Come ho già documentato altrove uso Vim, come editor di testo, e Pandoc per creare il PDF finale dei miei documenti sono testo.
4.1 La conversione
La cosa che amo del mio flusso di lavoro è che, grazie alla flessibilità di Vim, l’ho fortemente personalizzato per fare quel voglio io. Tra le cose che amo di più c’è la possibilità, come si vede nell’immagine soprastante, di ripiegare (folding in inglese) il testo delle sezioni dei miei documenti. Questo mi permette di focalizzarmi sulla parte che sto scrivendo pure vedendo la struttura logica del documento e (come si vede dall’immagine) il numero di parole e lo spazio che quella specifica sezione occupa rispetto all’intero documento.
L’altra cosa interessante (quantomeno dal mio punto di vista) è che mentre scrivo non mi devo preoccupare della impaginazione del testo. Qui trovi il PDF finale creato dal Markdown e che ho già condiviso mentre qui sotto viene visualizzato nell’immagine.
Infine, oltre a non occuparmi dell’impaginazione, grazie a LaTeX, questa segue i crismi della buona tipografia ed io non mi devo neanche occupare di questo aspetto. Un doppio beneficio, quindi.
5. La mappa mentale del webinar
Quella che vedi mostrata qui sotto è l’intera mappa mentale che (mentre scrivo questo articolo) ho realizzato per il webinar.
Nel corso dei miei podcast (la cui scaletta creo abitualmente, indovina un po', con una mappa mentale) sono stato amorevolmente preso in giro dal mio co-conduttore sulla “complessità” delle mie mappe.
Quella che vedi qui copre 3 ore di webinar e (almeno dal mio punto di vista) non credo sia enorme. Tuttavia traccia in modo preciso la struttura e le tematiche che mi prefiggo di affrontare.
Originariamente la mappa era molto più grezza e le varie parti ed idee non erano così strutturate. Col tempo (ho iniziato a lavorarci a metà Settembre quando ho avuto il primo riscontro positivo dal CNF sull’accreditamento) ho organizzato meglio le idee e, pian piano, è emersa la forma “definitiva” (quantomeno per ora).
5.1 Introduzione
Visto che il webinar durerà 3 ore, ho pensato di strutturarlo in 3 tronconi più o meno monotematici.
Quella che risulta essere infatti l’introduzione (vedi immagine sottostante) nasceva, originariamente, come punti che volevo ottenere / raggiungere.
L’introduzione, come si vede, permette di avere il quadro di insieme che poi ho dettagliato nella parte destra della mappa mentale.
Oltre ad una sintesi del webinar ho pensato anche alla cosiddetta captatio benevolentiae o, con termini più moderni, la motivazione per chi ascolta.
5.2 Parte prima: perché?
Il webinar (che mi rendevo conto essere abbastanza verticale) inizia con l’ovvia domanda: perché usare uno strumento diverso dal programma di video-scrittura che, per il 90%, vuol dire Microsoft Word.
La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo. LaTeX permette di velocizzare e semplificare la creazione di un documento scindendo la fase di creazione / redazione da quella di presentazione / impaginazione.
Inoltre, creare quello che io chiamo atto telematico avanzato richiede più attività con un programma di video-scrittura rispetto a LaTeX.
Infine, come promesso nell’introduzione, spiego (attraverso la mia storia ed il mio percorso) come sono arrivato a prediligere LaTeX rispetto a Word e simili.
5.3 I punti di forza di Mindnode e delle mappe mentali
Come avrai notato le mia mappe non sono solo “scritte” ma faccio uso di immagini ed icone. Personalmente amo avere anche un qualcosa di visivo mentre ragiono e non solo testuale; secondariamente il lavoro fatto in questa prima fase mi permetterà nella seconda (di realizzazione delle slides) di avere già parte del materiale grafico ed iconografico.
Da ultimo Mindnode mi permette di catturare anche i link che voglio poi usare in futuro, come si vede nell’immagine soprastante.
5.4 Riferimenti visuali
Nella seconda parte ho inserito un’altra cosa che ritengo molto utile: dei riferimenti visuali al materiale di riferimento.
Per quanto riguarda le problematiche dell’utilizzo della versione online di Overleaf ho fatto delle ricerche sul loro sito per capire esattamente il loro trattamento dei dati e se questo potesse essere a norma (spoiler alert: la risposta per me è no). Avendo già fatto la ricerca oltre al link ho preso una cattura della porzione di schermo che, poi, ho anche sottolineato per avere il riferimento specifico al paragrafo di mio interesse. Nella sostanza Overleaf utilizza il Cloud di Google e, per farla breve, il cloud di Google non è conforma al GDPR.
Nella parte finale poi ho dettagliato i punti fondamentali dell’interfaccia di Overleaf da conoscere. Qui, nella parte di realizzazione delle slides, dovrò dedicare del tempo agli specifici passaggi ma, nella mappa mentale, non me ne occupo perché è legata più ad uno sguardo d’insieme e al dettaglio delle specifiche.
5.5 Finale: LaTeX
Può sembrare strano che un corso su LaTeX lo spieghi per ultimo, tuttavia credo che le prime 2 ore serviranno per prendere confidenza e comprendere perché utilizzarlo e solo alla fine del percorso lo si possa apprezzare compiutamente.
La struttura della mappa in questa parte rispecchia punti già visti prima, proprio per quanto detto sopra. Per mia comodità poi ho inserito l’icona di Overlead, la O verde con la foglia, per ricordarmi visivamente quelle che non sono in concreto funzioni specifiche di LaTeX ma di Overleaf.
Anche qui la mappa mentale è la mia personale mappa per raccontare una storia o per strutturare, dal mio personale punto di vista, un contenuto.
Ultima chiosa sulla parte finale: ho preferito non approfondire nel webinar la parte dei pacchetti (grazie ai quali con LaTeX è possibile fare qualsiasi cosa) e per privilegiare la semplicità (e fornire i miei formulari base commentati) ma prediligere invece le informazioni basi per creare le automazioni documentali in LaTeX che trovo molto utili da conoscere nell’ambito legale.
In conclusione
Allo stato quanto ti ho raccontato è quello che penso di fare per il futuro webinar ma da qui a Novembre le cose potrebbero (anzi sono certo potranno) cambiare.
La bellezza del metodo che ti ho illustrato è la flessibilità e libertà che un simile approccio ti lascia. Le idee possono sedimentare, innestarsi l’una con l’altra ed impollinarsi reciprocamente creando nuovi ed interessanti ibridi.
Spero quindi di averti dato da una parte uno scorcio del modo in cui io lavoro quotidianamente e dall’altro averti incuriosito a partecipare al webinar.